In piena pandemia e crisi economica, lo Stato spende altri 1,6 mln di euro per mantenere clandestini
Lievita sempre di più il costo a carico dei contribuenti per mantenere i migrante, per la stragrande maggioranza perfetti sconosciuti provenienti da chissà dove, il costo ormai supera i 6 miliardi di euro all’anno ed è in continua crescita. Ammesso a finanziamento il progetto da 1,6 mln di euro presentato dal Comune di Brindisi per trasformare il dormitorio e la struttura attigua in una “Casa delle Culture – Centro polifunzionale per l’integrazione e l’inclusione dei migranti”. Il progetto, il cui responsabile è Maurizio Marinazzo, è finalizzato a ospitare nel miglior modo possibile gli immigrati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, umanitaria e sussidiaria. La proposta progettuale “intende riqualificare e rifunzionalizzare due immobili attigui di proprietà comunale non certo per gli italiani in stato di povertà, un ex capannone industriale sottoutilizzato – i cui spazi attualmente ospitano parzialmente il dormitorio comunale per migranti – per trasformarlo nella Casa delle Culture, un centro multifunzionale dedicato all’inclusione sociale e all’integrazione dei migranti residenti e domiciliati a Brindisi.
Bomba di clandestini su di una Italia stremata
La Casa delle Culture offrirà servizi per l’inclusione sociale e l’accoglienza della comunità migrante nel tessuto sociale, culturale ed economico della Città di Brindisi attraverso l’attivazione di spazi di coabitativi, una cucina condivisa, ambienti per la socializzazione e la formazione, aule per attività di apprendimento, laboratori e spazi per la pratica sportiva all’aria aperta. Nell’immobile principale troveranno ospitalità tutte le funzioni di carattere sociale e culturale, di integrazione, di accoglienza, di formazione e di sportello, compresi i locali accessori, gli spazi comuni e le cucine condivise. Nello spazio libero saranno previste piantumazioni e aree sportive e di gioco. L’immobile secondario sarà invece adibito a sede di prima accoglienza e di presidio sanitario”.