La riapertura senza calo di contagi ci farà andare verso un estate drammatica. "Riscio calcolato" ma male, secondo Galli.
Riaperture e zona gialla, virologi in allarme
In generale si teme un aumento dei contagi da coronavirus, ma c'è anche chi guarda con ottimismo il programma di riapertura graduale.
Per le zone gialle la riapertura di alcune attività a partire dal 26 aprile privilegiano quelle all'aperto, ma dividono gli esperti. Chi teme un aumento dei contagi e chi definisce quella del governo una decisione politica ma non prudente e chi ritiene l'allentamento graduale una misura di buon senso.
IL CRONOPROGRAMMA PER LE RIAPERTURE:
26 Aprile:
Nelle zone gialle del Paese - dal 26 aprile e per tutto il mese di maggio - si potrà pranzare o cenare solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all’aperto. Gli spostamenti saranno consentiti tra regioni gialle. Invece fra regioni di colori diversi lo spostamento è consentito con il pass. La riapertura delle scuole in presenza per le scuole di ogni ordine e grado vale per le zone gialle e arancioni. In zona rossa invece le lezioni saranno in presenza fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% in presenza e al 50% a distanza. Consentito lo sport solo all’aperto, anche se di contatto. Riparte lo spettacolo all’aperto nelle zone arancioni e rosse. Anche al chiuso nelle zone gialle (capienza 50%).
1 Maggio:
In zona gialla da sabato 1° maggio sarà consentito l’accesso del pubblico in impianti all’aperto fino a un massimo di mille spettatori e al chiuso fino a un massimo di 500 per tutti gli eventi sportivi agonistici e riconosciuti di preminente interesse nazionale da Coni e Cip. Previsto l’uso per gli spettatori di mascherine Ffp2.
15 Maggio:
Dal 15 maggio dovrebbero riaprire gli stabilimenti balneari. È previsto che le piscine possano riaprire il 15 maggio, ma solo se all’aperto.
1 Giugno:
Riaprono bar e ristoranti anche al chiuso nelle zone gialle, ma solo a pranzo. Invece nelle zone arancioni e rosse sarà mantenuta la possibilità di asporto e consegna a domicilio. Sempre nel rispetto del distanziamento fra clienti e tavoli. Riaprono piscine e palestre anche al chiuso.
1 Luglio:
Dal 1° luglio riapriranno anche gli stabilimenti termali. Riapriranno anche i parchi tematici e delle fiere particolarmente importanti che ospitiamo nel nostro Paese e dei congressi.
Estate a rischio secondo la maggior parte dei virologi
ANDREA CRISANTI:
Andrea Crisanti espone tutta la sua preoccupazione per una probabile estate a rischio: "Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuole dire che tra un mese avremo un significativo aumento dei casi di Covid-19, l'estate sarà a rischio e dovremmo richiudere. Riproporre le zone gialle, arancioni e rosse, è continuare con un sistema infernale , ed è la dimostrazione che in un anno non si è trovata un'alternativa efficace e non si sono costruiti strumenti adeguati per contenere l'epidemia. Siamo sempre lì, con oscillazioni tra zone gialle e arancioni, nelle prime si apre e il contagio aumenta".
In quanto alle dichiarazione di Draghi, il quale ha parlato di "rischio ragionato" il direttore di Microbiologia e virologia dell'università di Padova afferma : "Mi auguro che abbiano delle proiezioni ma che tuttavia non vediamo nei numeri, ne c'è trasparenza. L'espressione 'rischio ragionato' è vuota e decisamente politica e non scientifica. Il rischio è dato da due componenti, la probabilità e l'intensità del rischio. Per la prima sappiamo già che i contagi aumenteranno e non è una probabilità, con le riaperture accadrà questo. Servirebbe un programma di vaccinazioni a tamburo battente per evitarlo. L'intensità è la gravita del fenomeno e i nostri dati sono ancora alti, con le aperture aumenteranno e dovremmo chiudere proprio in estate, proprio mentre gli altri Paesi saranno fuori dal tunnel. Quanti saranno di preciso i contagi? Non ho la sfera di cristallo, ma di sicuro aumenteranno".
MASSIMO GALLI:
Per Massimo Galli l’affermazione del Premier:”Rischio calcolato” sono un rischio calcolato si, ma male. Sempre secondo Galli la curva dei contagi che ha appena accennato al calo, per maggio prenderà il verso opposto. Questo a meno che non si riesca a vaccinare immediatamente tanta gente, ma quest’ipotesa per il momento è ben lontana". Il professor Galli, responsabile di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, si dice "in allerta e in grande preoccupazione". "Abbiamo ancora più di 500.000 casi ufficiali di infezione in atto e questo significa che raddoppieranno, oltre a quelle che ci sono sfuggite che sono sicuramente molte. Alla fine del lockdown dell'anno scorso ce n'erano 100.000 ufficiali, anche se non erano meno di 400-500.000. Ci sono ancora una grossa parte di 70enni, 80enni e 90enni che non sono vaccinati".
MASSIMO ANDREONI:
"Mentre gli altri Paesi del mondo sono ancora in lockdown o stanno lentamente uscendo dopo mesi di serrata e milioni di vaccinazioni, noi stiamo riaprendo con 15mila casi e 400 morti al giorno. In termini epidemici riaprire ora è un azzardo che ha una solo motivazione, quella politica e non certo un avallo scientifico. Nel un momento cruciale della campagna vaccinale italiana dovremmo essere più rigorosi, pensare alle chiusure e non ad aprire. Ricordo che le terapie intensive vivono ancora una situazione molto complicata di allerta che non è risolta. E' assurdo che ogni volta dobbiamo riscoprire qualcosa che abbiamo già vissuto - osserva - quello che succederà con le riaperture ormai lo sappiamo ". Questa l’opinione del direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, deluso dalle decisioni del Premier Mario Draghi.
ROBERTO BURIONI:
Sulla stessa linea degli altri suoi colleghi Il Professor Burioni virologo dell'università Vita-Salute san Raffaele di Milano:"La decisione di riaprire è una decisione politica e non scientifica. È in momenti come questi che la politica deve riappropriarsi di spazi. Le conoscenze scientifiche sono fondamentali nel contribuire ad arrivare a decisioni quali la riapertura parziale delle attività, ma non possono essere l’unico aspetto da prendere in considerazione".
MATTEO BASSETTI:
Apparentemente di tutt’altra opinione sul programma di riapertura, forse più pratica quella del direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria:
"La decisione sulle riaperture è di buon senso ed era attesa, anche perché non è detto che da domani si apre tutto indiscriminatamente. Ma è giusto iniziare dalle aree esterne come i ristoranti ed i bar perché sappiamo che il contagio all'aria aperta è pari a zero. Draghi si è dimostrato un vero leader che si assume la responsabilità delle decisioni dopo aver sentito tutte le campane. E' chiaro che non c'è per questo tipo di decisioni il rischio zero, bisogna fare attenzione e monitorare, nelle aree dove le misure non vengono rispettate si deve tornare alla zona rossa ed I furbi che non rispettano i protocolli vanno sanzionati subito".
MAURO MINELLI:
"Abbiamo usato la pazienza e la prudenza per un anno, non cominceremo certo adesso a farne a meno, ma è da tempo che chiediamo un minimo di programmazione per le riaperture con date certe, non avendo mai condiviso la gestione delle chiusure mordi e fuggi e delle zone cromatiche. Non è certo per merito esclusivo di questi provvedimenti se stiamo finalmente vedendo, come vede anche il Governo, segnali luminosi. È la vaccinazione su larga scala che finalmente ci mostra il senso tangibile di una via d'uscita".
FABRIZIO PREGLIASCO:
"Il piano di riaperture anche se graduale resta un rischio, sicuramente ci sarà un prezzo da pagare e dovremmo essere tutti molto consapevoli. Si è parlato di rischio accettato, quindi si sa che i morti ci saranno. Saranno morti all’insegna di una esigenza di una ripresa sociale ed economica", Afferma il virologo e docente dell'università Statale di Milano. lo Stato sta accettando dei rischi e dobbiamo farlo insieme perché una progressione che possa essere confermata e che desideriamo tutti sia confermata, si basa su un'adesione dei protocolli e su una responsabilità dei singoli. Del resto è la prima volta al mondo che si è cercato attraverso dei lockdown di contrastare una pandemia. Questa modalità finora delle solo chiusure ovviamente sta diventando insostenibile in termini di accettabilità".
FRANCESCO MENICHETTI:
"Mi pare sostanzialmente e oggettivamente un azzardo, e se è vero che abbiamo un Rt che è decisamente sotto l'1 sul territorio nazionale , abbiamo però ancora un serbatoio di 450-500mila infetti e una campagna vaccinale in alto mare e questo è il problema. Se almeno noi nei prossimi 50 giorni, ovvero entro la fine di maggio, fossimo in grado di mettere in sicurezza tutti gli i nostri anziani compresi gli over 60 e i vulnerabili allora si potrebbe ragionare. In caso contrario, torno a ribadire, rischia di essere un azzardo" Questo il parere di Francesco Menichetti, virologo e primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa.