Aleggia lo spettro di un mega tzunami che potrebbe cancellare parte degli Stati Uniti
Lo spettro di un mega tzunami che potrebbe cancellare parte degli Stati Uniti. Fa paura il vulcano di La Palma Cumbre Vieja. Oggi una scossa di 5 gradi della Scala Richter ha fatto tremare l’isola. La rete di sorveglianza vulcanica di monitoraggio dell’Istituto geografico nazionale (IGN) ha localizzato ben 42 terremoti associati all’eruzione notturna del vulcano Cumbre Vieja sull’isola di La Palma. Alle ore 07:24 (ora locale) è stato registrato l’evento più forte con una magnitudo di 5. Si tratta del terremoto più potente mai registrato dall’inizio della crisi vulcanica. La scossa è stata avvertita in numerosi centri di La Palma e anche a Gomera, El Hierro e Tenerife. L'incubo maggiore è dovuto ad un enorme frattura che si è aperta in passato e che l'attuale crisi vulcanica associata a continue scosse di terremoto minacciano di far crollare la montagna (già libera e che si mantiene solo grazie all'attrito) nell'oceano con la possibilità di un enorme tzunami che in poche ore potrebbe raggiungere le coste del Nord America. Questo secondo un team di scienziati, i quali hanno lanciato l'avvertimento che la frana potrebbe provocare un devastante “mega tsunami” con esiti veramente devastanti fra i Caraibi e l’East Coast degli USA. Molte grandi città del nord America, come Miami, New York e Boston, rischiano di essere sommerse da quest’imponente maremoto, che dovrebbe originarsi in prossimità delle coste occidentali africane. La minaccia, come detto sarebbe rappresentata dal Cumbre Vieja, il mastodontico vulcano che domina l’isola di Las Palmas attualmente in eruzione, appartenente all’arcipelago delle Canarie. L’edificio vulcanico del Cumbre Vieja caratterizza la topografia dell’isola di La Palmas, con ampi declivi e pareti verticali a strapiombo sulle acque dell’oceano Atlantico con il costante pericolo di colossali movimenti franosi. Nell’Ottobre del 2000 la BBC aveva trasmesso un documentario, con il titolo “mega-tsunami; ondata di distruzione”, dove per la prima volta veniva evidenziato lo studio di un gruppo di vulcanologi scienziati statunitensi e britannici, secondo cui una nuova grande eruzione del Cumbre Vieja potrebbe innescare una colossale frana, sia sub-aerea che sottomarina, del versante occidentale del vulcano, la quale sprofondando sull’oceano genererebbe uno tsunami difficile da concepire, in grado di propagarsi all’intero bacino dell’Atlantico, abbattendosi fra le coste del Sud-America, Caraibi orientali, Nord-America, coste dell’Africa settentrionale ed Europa occidentale. Delle onde gigantesche che muovendosi ad una velocità media di un aereo di linea nel giro di 4-5 ore, dopo aver attraversato l’oceano, andrebbe ad abbattersi con grande impeto sulle zone costiere dei Caraibi orientale (dalle piccole Antille fino alle coste orientali di Puerto Rico e le Bahamas, della Florida, del Brasile, come sul resto di tutta l’East Coast degli USA e su parte della costa canadese sud-orientale. Sul nord-africa come nel sud-ovest della Spagna l’onda dovrebbe arrivare invece parzialmente indebolita.
Fa paura il vulcano delle isola Canarie
Queste preoccupazioni vengono accresciute da chiari segnali d’instabilità rilasciati dal vulcano. Proprio sul versante occidentale del Cumbre Vieja si è aperta un enorme fenditura, lunga circa 5 km, che taglia netto una intera area ai piedi del cratere. Questa grande spaccatura, che diviene sempre più larga col passare degli anni, secondo i vulcanologi britannici e statunitensi indicherebbe il segnale di un graduale collasso, verso l’oceano, di una intera parete rocciosa del grande vulcano. In pratica, un intero settore dell’edificio vulcanico, sta pian piano slittando verso il basso, favorendo le condizioni ideali per la genesi di enormi movimenti franosi in caso di un’eruzione violenta ed improvvisa, accompagnata da una intensa attività sismica. L’apertura di questa lunga spaccatura, sul versante occidentale della parete vulcanica del Cumbre Vieja, sarebbe imputabile all’acqua piovana, che filtrando dal suolo poroso che lo caratterizza avrebbe impregnato le rocce sottostanti, appesantendole notevolmente, al punto da creare questo forte squilibrio. Divenendo sempre più pesante, a causa delle continue infiltrazioni di acqua piovana, il fianco più occidentale del vulcano starebbe gradatamente collassando verso l’Atlantico, al punto da aprire questa enorme spaccatura, lunga fino a 5 km. Intanto il Comitato Direttivo del Piano Speciale per la Protezione Civile e l’Attenzione alle Emergenze a Rischio Vulcanico delle Isole Canarie (Pevolca) del Governo delle Isole Canarie, ha insistito sul rafforzamento delle misure preventive attuate ieri a fronte dell’aumento dei visitatori alla Palma durante le festività di Ognissanti con l’obiettivo di garantire la sicurezza delle persone e non ostacolare il lavoro dei servizi di emergenza. In questo modo viene rafforzata la sicurezza stradale e continuano le navette per accompagnare i visitatori ad ammirare il vulcano. Intanto la situazione continua a farsi più preoccupante. Negli ultimi giorni il fenomeno del degassamento ha prodotto una serie di esplosioni ed un’aumento della cenere che ormai ricopre l’intera Valle dell’Aridane.