La NASA entro la fine di questo 2021 prepara un interessante esperimento che potrebbe salvare un giorno l'Umanità
Potremmo fare la fine dei dinosauri, ma ci pensa la NASA La NASA prepara un interessante esperimento, delle vere e proprie prove tecniche in difesa dell'Umanità contro i pericoli che provengono dallo spazio. Sappiamo ma forse non ci pensiamo poi tanto che prima o poi potrebbe arrivare un corpo celeste, una cometa o un asteroide che potesse cancellare l'Umanità dalla faccia della Terra, in realtà nella storia milionaria del nostro pianeta è successo più volte, certo un evento raro ma è successo e la NASA inizia degli esperimenti nella remota prospettiva che prima o poi qualche asteroide ci potesse colpire. E presto lancerà una navicella contro asteroide: cosa accadrà? La missione spaziale della NASA denominata Double Asteroid Redirection Test (DART) dovrebbe avvenire tra il novembre e dicembre di quest'anno. Si tratta di una delle missioni più importanti che gli esseri umani abbiano mai organizzato in difesa del nostro pianeta per scongiurare il rischio che un asteroide in rotta verso il nostro pianeta possa colpirci. Il progetto consiste nel lanciare una navicella che tra circa un anno raggiungerà l'asteroide Dimorphos, un corpo celeste di poco più grande di un campo da calcio che in realtà è una sorta di satellite visto che orbita intorno ad un asteroide molto più grande, denominato Didymos. Ma in cosa consiste nei particolari il piano della NASA? Quello di colpire in pieno Dimorphos con la stessa navicella, che ha le dimensioni di una comune automobile e che pesa circa una tonnellata, per capire gli effetti dello scontro ed effettuare dei calcoli. La speranza è che l’asteroide, una volta colpito dalla navicella, modifichi la propria traiettoria e forse anche la propria orbita intorno a Didymos. Tecnici e scienziati della NASA saranno attenti e tutti pronti per raccogliere dati preziosi, quindi con lo scopo di ottenere quante più informazioni possibili sulla capacità, per il momento ancora teorica, dell’umanità, con il livello tecnologico raggiunto fino ad oggi, di spostare l’orbita di un asteroide tramite l’impatto con un corpo artificiale più o meno massiccio, ed eventualmente in futuro anche con un esplosivo. Naturalmente teoricamente una simulazione è stata già fatta al computer e più o meno si prevede cosa dovrebbe accadere. Una di queste simulazioni è oggetto di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Icarus. I ricercatori dell’Università del Maryland come infatti hanno calcolato quanto la navicella DART potrebbe alterare la rotazione di Dimorphos; hanno considerato tutte le caratteristiche tra cui la quantità del moto dell’impatto che altererà il beccheggio, il rollio e l’imbardata dell’asteroide stesso. Il leggero spostamento dell’orbita per adesso è solo teorico. Come lascia intendere Harrison Agrusa, l’impatto potrebbe avere risultati sconosciuti o addirittura “drammatici”. L’asteroide, per esempio, potrebbe crollare su sé stesso entrando in uno stato “caotico”. È questo, infatti, uno dei risultati delle simulazioni effettuate dai ricercatori, un risultato che è stato per loro “una grande sorpresa”, come spiega lo stesso Agrusa, per questo sarà importante un esperimento reale. Secondo i calcoli l’energia dell’impatto della navicella contro Dimorphos potrebbe essere equivalente all'energia sprigionata dall'esplosione di 3 tonnellate di tritolo. I cambiamenti della rotazione dell’asteroide, come spiega il sito del MIT Technology Review, non saranno comunque immediati. Ci vorranno diversi giorni affinché succeda davvero qualcosa e affinché l’asteroide cominci a girare, a causa dell’impatto, in una direzione piuttosto che in un’altra. Uno degli effetti negativi che potrebbe causare questo impatto sta nella velocità della rotazione che potrebbe aumentare e rendere più difficile l’atterraggio di un’altra navicella, stavolta costruita dall’agenzia spaziale europea, che ha organizzato un’altra missione denominata Hera. Tutto questo nella prospettiva di trovare un modo per non farci colpire da un asteroide pericoloso. “C’è ancora un sacco di fisica che devi capire”, spiega Paul Wiegert dell’Università dell’Ontario occidentale. Quel che sembra certo è che con queste due missioni inizierà definitivamente quel lungo percorso che dovrebbe portare l’umanità ad ideare un metodo efficiente in difesa di quello che è uno dei pericoli potenzialmente più letali per il nostro pianeta e cioè il pericolo che costituiscono asteroidi, autentiche montagne vacanti nello spazio e comete.
Una navicella grande come un auto colpirà l'asteroide Dimorphos modificandone l'orbita
Il leggero spostamento dell’orbita per adesso è solo teorico. Come lascia intendere Harrison Agrusa, l’impatto potrebbe avere risultati sconosciuti o addirittura “drammatici”. L’asteroide, per esempio, potrebbe crollare su sé stesso entrando in uno stato “caotico”. È questo, infatti, uno dei risultati delle simulazioni effettuate dai ricercatori, un risultato che è stato per loro “una grande sorpresa”, come spiega lo stesso Agrusa, per questo sarà importante un esperimento reale. Secondo i calcoli l’energia dell’impatto della navicella contro Dimorphos potrebbe essere equivalente all'energia sprigionata dall'esplosione di 3 tonnellate di tritolo. I cambiamenti della rotazione dell’asteroide, come spiega il sito del MIT Technology Review, non saranno comunque immediati. Ci vorranno diversi giorni affinché succeda davvero qualcosa e affinché l’asteroide cominci a girare, a causa dell’impatto, in una direzione piuttosto che in un’altra. Uno degli effetti negativi che potrebbe causare questo impatto sta nella velocità della rotazione che potrebbe aumentare e rendere più difficile l’atterraggio di un’altra navicella, stavolta costruita dall’agenzia spaziale europea, che ha organizzato un’altra missione denominata Hera. Tutto questo nella prospettiva di trovare un modo per non farci colpire da un asteroide pericoloso. “C’è ancora un sacco di fisica che devi capire”, spiega Paul Wiegert dell’Università dell’Ontario occidentale. Quel che sembra certo è che con queste due missioni inizierà definitivamente quel lungo percorso che dovrebbe portare l’umanità ad ideare un metodo efficiente in difesa di quello che è uno dei pericoli potenzialmente più letali per il nostro pianeta e cioè il pericolo che costituiscono asteroidi, autentiche montagne vacanti nello spazio e comete.