Bomba sociale pronta ad esplodere
La denuncia di Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega ed europarlamentare, attivamente impegnata sul territorio di Milano mostra con una documentazione fotografica sui social la situazione a Milano lo spettacolo desolante degli ultimi giorni tra Porta Venezia e Stazione Centrale a Milano: “I bivacchi di immigrati clandestini che riempiono il piazzale della stazione Centrale di Milano sono a dir poco vergognosi. Se questa è la città internazionale che vuole il Pd direi che siamo assolutamente fuori strada”, ha dichiarato Silvia Sardone in una nota, documentando il tutto con immagini che, più di molte parole, danno il polso della situazione di questa parte di Milano. Come ben spiega il consigliere comunale, la piazza e le strade limitrofe “sono un dormitorio a cielo aperto davvero indegno se pensiamo a tutte le belle parole della sinistra sull’integrazione”. “Ci sono decine e decine di extracomunitari in sacchi a pelo, cartoni e persino tende in mezzo alle aiuole e sotto i portici, con tutto il degrado che ovviamente ne consegue tra alberi e cespugli scambiati per bagni pubblici”. Più volte è stata denunciata anche una fiorente attività di spaccio a cielo aperto in piazza Duca d’Aosta e nelle vie che costeggiano la stazione. Problematiche segnalate ma non ancora risolte dala giunta Sala. “In Centrale serve un’azione energica di ripristino dell’ordine e della legalità visto e considerato che la maggioranza di chi bivacca in quest’area è dedito ad attività di spaccio, senza dimenticare gli scippi e le risse violente”, ha proseguito Silvia Sardone.
Bomba di clandestini su di una Italia stremata
La situazione è sempre meno insostenibile per Milano e “ora che il turismo lentamente ridà segni di vita chissà cosa penseranno tutti coloro che vedranno certe scene appena scesi dal treno”. Silvia Sardone ha definito un responsabile preciso per tutto questo: “Le responsabilità ci sono e sono politiche: a Palazzo Marino c’è nessuno?”. Intanto cresce la potenzialità di una bomba ad orologeria che prima o poi dovrà esplodere.