Grigori Yakovlevich Perelman, nato a San Pietroburgo il 13 giugno 1966, Grisha per gli amici, è un
geniale ed eccentrico matematico russo di quarantasette anni. Ha rifiutato la medaglia Fields, un premio che viene considerato l’equivalente del Nobel, il premio gli è stato assegnato in occasione del Convegno Internazionale dei Matematici per i suoi contributi alla geometria e la sua rivoluzionaria intuizione sulla struttura analitica e geometrica del flusso di Ricci. La manifestazione si è tenuta dal 22 al 30 agosto 2006 a Madrid, con l’eccezionale presenza del Re Juan Carlos che avrebbe dovuto consegnare di persona a Grisha, il quale però non si è presentato.”.
Come viene precisato meglio nella sua presentazione: “I suoi risultati forniscono il percorso per risolvere due eccezionali problemi topologici. la congettura di Poincaré e la congettura sulla geometrizzazione di Thurston. La comunità dei matematici oggi, a diversi anni dalla presentazione del suo lavoro, sta ancora analizzandolo per garantire la corretta dimostrazione della congettura e finora i massimi esperti non hanno trovato alcun errore nella sua soluzione”.
A Madrid erano stati invitati più di cinquemila matematici e al centro delle loro discussioni ci fu il lavoro di Grigori, considerato una delle menti più geniali del nostro tempo. Perelman avrebbe risolto uno dei problemi più difficili, che nessun matematico è riuscito a risolvere da più di un secolo: la Congettura di Poincaré. Nel 2003. Grisha, snobbando tutte le più prestigiose riviste scientifiche, pubblicava semplicemente su Internet la sua soluzione, solo poche pagine semplificate per indicare il percorso da seguire per arrivare alla soluzione, ma tuttavia il suo lavoro ebbe un effetto dirompente nell’ambiente dei matematici.
Passato del tempo, Perilman illustrava meglio la sua dimostrazione, aggiungendo altri elementi che spiegavano con chiarezza il percorso da seguire per la soluzione del problema. Senza però i dettagli della soluzione, lasciati all’attenzione dei suoi colleghi. Recentemente, i matematici che hanno esaminato il suo lavoro, hanno prodotto un documento di circa un migliaio di pagine in cui, seguendo le indicazioni di Perelman, sono documentati i vari passaggi della dimostrazione, in modo completo e dettagliato della congettura di Poincaré.
Perelman, come si dice anche nella motivazione della “medaglia Fields”, dichiara di aver risolto un problema più generale, la Congettura di Thurston, avanzata negli anni ‘70 da William Paul Thurston, docente alla Cornell University.
Grisha è sicuramente geniale, ma anche molto eccentrico; capelli e unghie lunghi e barba incolta e dall’aspetto trasandato, evita qualsiasi incontro con i giornalisti, vive da solo con la madre molto modestamente. Si sa che è stato un bambino prodigio,
a scuola andava benissimo in tutte le materie meno che in educazione
fisica, a sedici anni vinse una medaglia d’oro alle Olimpiadi Internazionali di Matematica. Dopo essersi laureato entrò come docente all’ Istituto di Matematica Steklov dell’Università di San Pietroburgo, e negli anni ’80 si trasferì negli USA girando per diverse università, per poi ritornare a Steklov, dedicandosi alla celebre congettura. E’ sempre stato un matematico brillante, grande esperto in geometria differenziale, che riguarda lo studio di curve e superfici, essenziale tra l’altro per la teoria della relatività e la teoria delle stringhe. Per la sua soluzione sulla congettura di Poincaré è considerato tra i più grandi matematici di tutti i tempi.
Perelman rifiutò addirittura al milione di dollari come premio per la soluzione della Congettura di Poincaré che sarebbe dovuto essergli consegnato dal Clay Mathematics Institute di Boston, poiché la Congettura di Poincaré è uno dei sette “Millenium Problems”, per ognuno dei quali è previsto un premio di un milione di dollari per chi riesce a trovare la soluzione.
Perilman insomma ha sempre rifiutato gloria e compensi; ha rifiutato inoltre gli inviti di Princeton, Harvard e altre università che gli offrivano una cattedra e ha già rifiutato altri premi prestigiosi, come quello della Società Matematica Europea, la sua motivazione è che “i giudici non erano sufficientemente qualificati per poter giudicare il suo studio”. Questo matematico sarebbe sicuramente piaciuto a Poincaré, il quale a suo tempo aveva dichiarato: “Lo scienziato non studia la natura perché è utile, ma perché ne prova piacere e ne prova piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena studiarla e la vita non varrebbe la pena di essere vissuta”.
Henri Poincaré enunciò nel 1904 la sua congettura, oggi risolta dal genio russo ma che i matematici moderni ritengono ci vorrà almeno un altro secolo per scoprirne tutte le implicazioni matematiche e fisiche. Per ora, dicono, accontentiamoci di ammirarne la bellezza, come di fronte a una grande opera d’arte. “Si tratta di un problema centrale della matematica e della fisica – afferma Marcus Du Sautoy, matematico della Oxford University - poiché cerca di spiegare quale sia la forma possibile dell’universo”.
Attualmente Grisha sembra scomparso. Qualcuno che lo ha incontrato dice che parlava sovente dei suoi boschi, quelli che si trovano nei dintorni di San Pietroburgo, dove il genio matematico ama andare per estraniarsi, passeggiare in solitudine o in cerca di
bacche e funghi, nei suoi boschi dove forse ora si è rifugiato. Qualcun altro asserisce di averlo visto in un supermarket acquistare un pezzo di pane e del pesce per far subito ritorno nel suo piccolo appartamento, un'altra volta, nel 2007, è stato avvistato
nel metrò da un blogger del web; Dmitri Sergieevic Butoga che senza farsi notare, con il suo cellulare è riuscito a scattare alcune foto del genio matematico, che in piedi e appoggiato con le spalle contro il portello sta scribacchiando su di un fogliettino di carta, assorto tra le sue formule.
Ora vivrebbe da disoccupato con l’unico sussidio dell’anziana madre pensionata. Ad un giornalista che con uno stratagemma sarebbe riuscito a intervistarlo ha detto: “Non vado a Madrid perché ritengo di non avere qualcosa da dire che possa avere il minimo interesse per il pubblico. Capisco, - continua Grisha - che molta gente cerchi questo tipo di autopromozione e buona fortuna a loro, ma io non la ritengo una cosa positiva. Me ne sono convinto molto tempo fa e nessuno può farmi cambiare idea. I giornali dovrebbero essere più attenti su quello che scrivono. Dovrebbero avere più riguardo”.
Grisha il matematico romantico, che rifiuta premi, soldi e gloria, più simile ad un artista che ad uno scienziato, non lo troveremo mai ad un Talk show o in locali come il Billionaire. Lo potremmo trovare forse solo raffigurato in un poster, magari affisso sulla parete nella cameretta di un giovane appassionato di matematica o su qualche muro di un Università.