Parte lo «spesometro», sotto osservazione le spese superiori a € 3.600
Controlli più serrati con il nuovo strumento a disposizione del Fisco, per misurare il tenore di vita dei contribuenti in relazione al reddito dichiarato. Oggi la prima scadenza per banche e commercianti.
Da oggi il Fisco sa se recentemente avete comprato qualche articolo di lusso, e se la spesa non corrisponderà a quanto dichiarate sarete convocati per una richiesta di spiegazioni. lo “speso metro” sarà utilizzato dall’Agenzia delle entrate per tracciare il reddito reale del contribuente e sarà confrontato con gli acquisti effettuati nel 2013 per un importo a partire da 3.600 euro, con sotto osservazione spese verso oggetti di lusso; gioielli, auto di grossa cilindrata ecc..
Un altro elemento innovativo è che bisognerà comunicare all’Agenzia delle entrate sia le prestazioni rese che ricevute. Ad esempio i commercianti, saranno tenuti a comunicare tutte le vendite emesse con fattura, mentre nel caso dei commercianti al dettaglio, lo spesometro scatta solo se le operazioni dove non c’è l’obbligo di fattura ma documentato da scontrino fiscale (o ricevuta) che hanno un importo pari o superiore alla soglia dei 3.600 euro. Per questo chi spende per automobili, gioielli, abbigliamento di alta moda o chi acquista viaggi o fa vacanze extra, entreranno nel mirino del Fisco. Inoltre anche chi vende oggetti o servizi superiori all’importo di 3600 euro; il commerciante, l’operatore turistico sarà obbligato a comunicare al fisco. Saranno esonerate dallo spesometro le cessioni all’esportazione effettuate dalle imprese, le importazioni e gli acquisti interni comunitari che già sono normale oggetto di controllo da parte dell’anagrafe tributaria.
Tutte queste informazioni che affluiranno all’Agenzia delle entrate, andranno ad arricchire una banca dati capace di fornire un identikit dettagliato di tutti i movimenti che avvengono in un azienda, nelle banche, nelle interazioni di compravendita eccetera ed eventualmente, scopo primario; far emergere eventuali evasori. Lo spesometro in pratica è una versione riformata dello “spesometro” che nel 2010 riguardava le spese da 25.000 euro in su, una soglia evidentemente ritenuta troppo alta.
Un discorso a parte riguarderà le banche e gli operatori finanziari, i quali il 30 aprile di ogni anno dovranno comunicare i dati delle operazioni Iva effettuate non inferiori a 3.600 euro, effettuate l’anno precedente mediante carta di credito o bancomat. Gli operatori dovranno comunicare al Fisco tutti i dati delle operazioni, la data e il codice fiscale dell’operatore attraverso il quale è avvenuto il pagamento elettronico. Sono esonerate invece le società di leasing e di noleggio che compilano l’apposita.