Navi piene di rifiuti tossici
affondate nel Mediterraneo, quanti ne sono e dove?
Elenco navi affondate nel
Mediterraneo
1 luglio 2013 alle ore 21.20
AFFONDAMENTI SOSPETTI 1979/2000
ASO: costruito nel 1961 ed affondato al largo di
Locri (RC) il 17 maggio 1979 (latitudine 38 gradi e 14 primi
nord, longitudine 16 gradi e 15 primi est). La nave
conteneva 900 tonnellate di solfato ammonico, sostanza
altamente tossica e derivata da prodotti usati nelle
industrie chimiche.
MISURINA: nave battente bandiera italiana
affondata misteriosamente il 17 febbraio 1980, a 20 miglia a
sud-est di Capo Spartivento, su un fondale profondo 1.980
metri e con un carico sconosciuto.
ATHINA R: nave greca fabbricata nel 1954,
affondata per cause imprecisate il 5 luglio 1981 su un
fondale di 1.500 metri a 16 miglia sud-est da Capo
Spartivento. La nave era diretta a Malta con un carico di
solventi chimici.
CAPT PETROS: nave cipriota costruita nel 1956 ed
affondata il 26 agosto del 1981 a 70 miglia ad est della
Sicilia (latitudine 36 gradi e 28 primi nord, longitudine 16
gradi e 38 primi ad est). Il cargo, secondo le indagini,
trasportava ufficialmente un carico di cemento.
OLD FATHER: nave caraibica rimasta incagliata a
Capo Hiros per un'avaria al timone e poi affondata il 2
marzo 1982 nei pressi dell'isola greca di Paxos. Conteneva
ufficialmente un carico di tubi.
BARBARA: motonave italiana costruita nel 1949 ed
affondata a 15 miglia dell'isola di Zante il 26 giugno 1982
con 1.200 tonnellate di manganese in fusti (materiale
altamente tossico). Partita da La Spezia e diretta ad
Alessandria, la "motonave sarebbe colata a picco per
infiltrazione d'acqua nel motore con conseguente abbandono
della stessa nave da parte dell'equipaggio".
SILENZIO: mercantile italiano diretto a Malta,
affondato in acque internazionali ad est di Trapani il 2
novembre 1982 con un carico di marmo. L'imbarcazione sarebbe
affondata su un fondale di 1.250 metri ad una latitudine di
36 gradi, 5 primi nord, longitudine 13 gradi, 36 primi est
da Trapani.
ANDALUSIA: nave greca fabbricata nel 1968 ed
affondata a 40 miglia sud-est di Pantelleria (latitudine 36
gradi e 5 primi, longitudine 12 gradi e 12 primi est) il 2
dicembre 1982. Si trova ad una profondità di 250 metri. La
nave, almeno sulla carta, trasportava cemento ed era in
viaggio da Alicante a Misurata.
ELBE: nave panamense affondata a 17 miglia dalla
spiaggia di Bova (RC) il 25 maggio 1984 con un carico di
rottami di ferro. Il cargo era partito da Malta con
l'ostentato obiettivo di raggiungere Porto Nogaro in Friuli.
MONTE PELLEGRINO: nave italiana in viaggio da
Porto Empedocle a Palermo, affondata l'8 ottobre 1984 a 4
miglia da "punta di Solanto, capo San Vito" (latitudine 38
gradi, 13 primi nord, longitudine 12 gradi e 49 primi est,
fondale di 420 metri). Ufficialmente, sulla carta,
trasportava un "carico di pomice".
SOFIA: battente bandiera cipriota, fabbricata nel
1956 ed affondata su un fondale di 3.200 metri il 5 dicembre
1984 a 130 miglia sud-ovest di Kalamata, località jonica
della Grecia (latitudine 35 gradi, 33 primi nord,
longitudine 19 gradi, 52 primi est). Era in viaggio verso
Tripoli con a bordo "merce varia".
NICOS 1: sparisce con tutto il suo carico tra
luglio e novembre 1985. Parte dal porto di La Spezia
dichiarando quale porto di destinazione quello di Lomè
(Togo) dove non è mai arrivata ed anzi risultato che avesse
scalato in porti fuori rotta quali Cipro, Libano, Grecia.
Mentre caricava nel porto di La Spezia venne arrestato il
comandante e disposto il sequestro conservativo del carico e
della stessa motonave.
MARIA PIA M.: battente bandiera italiana,
costruita nel 1966, affondò l'11 marzo 1986 mentre era in
viaggio da Chioggia a Tripoli. La nave, in posizione
capovolta, si troverebbe a 35 miglia da Capo Colonna (KR),
su un fondale profondo 2.000 metri (latitudine 38 gradi, 56
primi nord, longitudine 17 gradi, 50 primi est).
PANAYIOTA: nave battente bandiera cipriota
affondata a ridosso dell'isolotto di Pianosa l'11 marzo
1986. Il mercantile custodiva nella stiva circa 695
tonnellate di residui chimici. Grazie ai registri dei
Lloyd's di Londra abbiamo ricostruito i suoi movimenti. Il 2
febbraio la Panayiota parte da La Spezia diretta verso la
costa africana. Il 5 marzo, dopo che aveva già cambiato
identità (facendosi chiamare prima Nounak e poi Vosso),
salpa da Alessandria d'Egitto diretta a Sitia, in Grecia.
Sei giorni più tardi si materializza al largo del Gargano:
"Intorno alle 23 e 15 la nave ha urtato con la prua sugli
scogli dell'isola di Pianosa". A scriverlo, nel rapporto che
abbiamo recuperato presso la Capitaneria di Porto di
Manfredonia, è il sottotenente di vascello Corrado
Gamberini. Il faro dell'isola è acceso. La visibilità quella
notte è ottima, di oltre due miglia sul mare forza tre col
vento che spira da sud. Il mercantile procede ad una
velocità di 8 nodi e mezzo sulla rotta 303: radiogoniometro,
scandaglio ultrasonoro, pilota automatico, bussole
magnetiche e registratore di rotta funzionano. Il capitano
Mikail Divaris non lancia l'Sos. Poco dopo l'incidente alla
Panayiota-Vosso si affianca la motonave El Greco che
raccoglie gli otto uomini d'equipaggio: quattro egiziani,
due greci, un cileno e un tunisino. "All'atto del sinistro,
il Divaris non effettua i rilevamenti geofisici, non
controlla la condizione del carico e l'entità dei danni
subiti dalla nave; non tenta neppure di disincagliarla",
rileva il rapporto della Capitaneria di Porto di
Manfredonia. Il 12 marzo giunge a Pianosa la motovedetta Cp
2012. Un lezzo insopportabile investe i guardiacoste.
L'armatore greco Emanuel Tamiolakis, titolare a Limassol
della Navigation Limited, si rifiuta di recuperare la
carretta. La situazione precipita tant'è che Giuseppe
Ciulli, comandante della Capitaneria, si rivolge
all'Ispettorato centrale per la difesa del mare: "Organi
sanitari nazionali hanno dichiarato sussistere imminente
pericolo inquinamento". Ma nonostante ciò lo Stato italiano
non interviene. Il 12 agosto Fernando Mengoni, medico
dell'Usl Foggia/4 approda a Pianosa e denuncia: "La stiva
della nave risulta aperta: la parte del carico visibile
all'ispezione risulta essere formata da una fanghiglia
fortemente maleodorante di color nocciola, con vaste zone
schiumose ed in evidente stato di fermentazione e
putrefazione". Il 14 ottobre il direttore generale del
ministero della Marina Mercantile si accorge del disastro:
"Permane nella zona una situazione che può rivelarsi
compromissoria per l'ambiente e per il paesaggio", ma non
muove un dito. L'ordinanza di sgombero (la 21/86), emanata
dal Comune delle Isole Tremiti cade nel vuoto. Epilogo:
l'incidente con tutta probabilità è stato provocato per
intascare il premio assicurativo stipulato con l'Ocean
Marine Club di Londra.
MICHIGAN: affondata nel Tirreno all'altezza delle
Isole Eolie (Panarea, Stromboli) il 31 ottobre 1986. Partita
dal Porto di Marina di Carrara, battente bandiera italiana,
conteneva granulato di marmo.
RIGEL: affondata a 20 miglia a sud di Reggio
Calabria (Capo Spartivento) il 21 settembre 1987 con il suo
carico di 3.000 tonnellate. Partita dal porto di Marina di
Carrara, battente bandiera maltese, conteneva probabilmente
rifiuti (prima di partire venne caricata di blocchi di
cemento). Grazie alla denuncia di Legambiente parte
l'inchiesta della magistratura. Un procedimento giudiziario
per truffa ai danni della compagnia assicurativa accerta che
si trattò di uno strano affondamento: la merce dichiarata
per ottenere il risarcimento del danno non era in realtà mai
salita a bordo. L'ispezione del carico dal porto di partenza
di Marina di Carrara non fu mai effettuato, grazie alla
corruzione del funzionario doganale incaricato. Coincidenza
significativa: Giorgio Comerio segna questo evento sulla sua
agenda personale: "la nave è affondata". Dopo l'affondamento
inoltre l'equipaggio è sparito e non fu più rintracciato
neanche il comandante.
CELIKTRANS II: nave turca da 3.000 tonnellate in
viaggio dal Pireo alla Sardegna. Affondata a 60 miglia
sud-est da Capo Passero, estrema punta meridionale della
Sicilia il 24 gennaio del 1988 in acque internazionali.
Trasportava ufficialmente materiale ferroso. L'equipaggio fu
salvato da un cargo rumeno e da uno bulgaro.
FOUR STAR I: nave battente bandiera dello Sri
Lanka affondata in un punto non noto dello Jonio meridionale
il 9 dicembre 1988, in viaggio da Antalya (Turchia) a
Barcellona con un carico di granulato di marmo, sostanza
capace di schermare la presenza di eventuali tracce
radioattive durante i controlli.
ET SUYO MARU: affondata il 16 dicembre 1988. Nave
di fabbricazione giapponese proveniente da Beirut
inabissatasi inspiegabilmente dinanzi al litorale garganico.
Il relitto (3.119 tonnellate di stazza per 95 metri di
lunghezza) non è indicato su alcuna mappa, ma si è
insabbiato sulla duna del lago costiero di Lesina. Attorno
allo scafo, per un raggio di tre chilometri sul litorale,
giacciono 23 barili arrugginiti e maleodoranti.
SELIN: 1.712 tonnellate di stazza lorda.
Ufficialmente è stata affondata il 10 aprile 1989.
YVON: affondata nel mediterraneo dopo aver
lasciato il porto libanese con un carico di rifiuti. Questo
risulta da un documento dell'assemblea generale delle
Nazioni unite del 18 luglio 1989 e riporta la denuncia
venuta dalle autorità egiziane.
ANNI: battente bandiera maltese, affondata in
Alto Adriatico in acque internazionali ad agosto 1989
durante il viaggio dal Pireo a Ravenna.
DESPO: nave caraibica, fabbricata nel 1970,
affondata con un "carico sconosciuto" il 22 novembre 1989
nei pressi dell'isola di Zante (latitudine 36 gradi, 38
primi nord, longitudine 19 gradi, 37 primi est).
COMANDANTE ROCIO: bandiera caraibica affondata il
10 dicembre 1990 a nord-ovest della Sicilia (latitudine 39
gradi e 33 primi nord, longitudine 11 gradi e 44 primi est).
Carico sconosciuto.
JOLLY ROSSO: si spiaggiò al largo di Amantea
(CS), località Formiciche il 14 dicembre 1990. Motonave in
disarmo nel porto di La Spezia dal 18 gennaio 1989 al 7
dicembre 1990. Il 4 dicembre era salpata dal porto di La
Spezia con scalo a Napoli e poi a Malta. Era stata
noleggiata dal governo italiano per andare a recuperare in
Libano 9.532 fusti di rifiuti tossici nocivi esportati in
quel luogo illegalmente da aziende italiane. Il 14 dicembre
del 1990 alle 7,55 della mattina lancia il mayday nave a 15
chilometri al largo della costa di Amantea, in Calabria.
Alle dieci e un quarto il capitano e gli altri 15 membri
dell'equipaggio vengono recuperati. La nave non affonda al
largo ma viene trascinata dalla corrente verso riva, sulla
spiaggia Formiciche di Amantea. La demolizione è completata
a giugno 1991.
ALESSANDRO I: nave cisterna italiana da 2.500
tonnellate affondata a 20 miglia dalla costa pugliese di
Molfetta (BA) a 110 metri di profondità il 1° febbraio 1991.
Intorno al misterioso affondamento avvenuto in meno di tre
quarti d'ora dall'Sos, si concentrò l'attenzione degli
inquirenti calabresi e pugliesi, ma ad oggi il caso rimane
avvolto nel mistero. La nave trasportava ben 3.550
tonnellate di rifiuti tossici derivati dalla lavorazione del
petrolio di proprietà dell'Enichem contenuti in cinque
cisterne-container collocate al centro della stiva (solo in
parte recuperate).
ARCOBALENO: peschereccio affondato nei pressi di
Pianosa il 12 settembre 1991 quando gli uomini d'equipaggio,
testimoni involontari, assistono allo sversamento di bidoni
metallici ad opera di un mercantile sconosciuto.
L'imbarcazione da pesca viene successivamente speronata
dalla nave di 2.582 tonnellate di stazza lorda. I pescatori
Giuseppe e Saverio Olivieri e il collega Matteo Guerra
risultano dispersi. Il motopesca è adagiato su un fondale a
110 metri.
SCAIENI: cargo rumeno affondato il 7 dicembre del
1991 proveniente da Costanza. Prima di affondare con il suo
velenoso carico di ammonio nitrato, riversò in mare ben
3.057 tonnellate di petrolio. Il mercantile si troverebbe
nello Jonio, in acque internazionali e su un fondale di
3.500 metri, fra le navi "Despo" e "Capt Petros".
CUNSKI: affondata al largo di Cetraro (CS) era
una nave da cargo registrata nel 1956 con bandiera
britannica. Da allora ha cambiato nome quattro volte: è
uscita dai cantieri come Lottinge, nel 1974 diventa Samantha
M., nel 1975 Cunski e poco prima di affondare - nel 1991 -
viene rinominata Shahinaz. Sul registro navale la
"Lottinge-Samantha-Cunski-Shahinaz" risulta rottamata sulla
spiaggia di Alang, in India, nel distretto di Bhavnagar, il
23 gennaio del 1992, un gigantesco cimitero di navi cargo. I
dati della Cunski - presenti sul registro navale - sono
incredibilmente corrispondenti con il profilo disegnato dal
sonar. La lunghezza della nave è di 116,3 metri, misura
compatibile con il dato raccolto di 110-120 metri. Ed anche
la data della presunta rottamazione - gennaio del 1992 -
combacia con il racconto del collaboratore.
YVONNE A: fabbricata nel 1962 a Danzica con il
nome di "Wrozka" ed ufficialmente dismessa il 12 dicembre
2004 nel porto filippino di Aliagà. Fonti ha però dichiarato
di averla affondata nel 1992 al largo di Maratea con al suo
interno 150 fusti di fanghi radioattivi.
MARINETA: battente bandiera caraibica, affondata
al largo di Punta Stilo (KR) il 6 gennaio del 1993 con 2.000
tonnellate di caolino, una speciale argilla impiegata nella
fabbricazione di porcellane. Nonostante le 800 tonnellate di
stazza, il cargo venne risucchiato dalla tempesta.
L'equipaggio, composto da un comandante greco, sei egiziani
e un libanese, riuscì a mettersi in salvo.
MARCO POLO: battente bandiera maltese era in
viaggio da Barcellona ad Alessandria, affondata a 80 miglia
nel canale di Sicilia (latitudine 37 gradi, 45 primi nord,
longitudine 10 gradi, 50 primi est) il 14 marzo 1993,
conteneva fusti radioattivi. Alcuni container "persi" dalla
motonave vengono trovati in mare nell'aprile del 1994, al
largo delle coste della Campania. Dalle misurazioni
effettuate è stata riscontrata una radioattività da torio
234, con valori almeno cinque volte sopra la media.
GULTEN ISLAMOGLU: battente bandiera turca,
costruito nel 1977 e affondato il 24 luglio 1994 al largo di
Monopoli (BA). La nave ufficialmente trasportava ferrame.
SARAY STAR: nave maltese incendiata a 28 miglia
da Cefalonia (Grecia) il 10 giugno 1994. I rimorchiatori
sarebbero stati in grado di controllare il fuoco, ma la nave
affondò ugualmente. Si troverebbe a 3.500 metri di
profondità. Sconosciuto il suo carico.
ROT: affondata il 25 marzo 1995, battente
bandiera croata, costruita nel 1943 di proprietà della
Produzece Rot.
KORABI DURRES: ha perso il carico a ridosso della
fossa di Badolato profonda oltre 1.000 metri. Il 1° marzo
1994 inizia il viaggio dal porto di Durazzo: il carico
ufficialmente è denunciato come rottami di rame. Il 2 marzo
la nave giunge nell'antiporto di Crotone e il 3 viene
ispezionata dalla locale Capitaneria di Porto che sospetta
un trasporto clandestino di profughi albanesi. Invece nella
stiva figurano 1.200 tonnellate di rame. La nave viene
comunque scortata per 15 miglia da una motovedetta:
procedura singolare dal momento che tutto risultava in
ordine. Successivamente da Crotone viene allertata la
Capitaneria di Porto di Palermo dove la Korabi arriva il 4
marzo. Le autorità marittime, oltre a ripetere i controlli
già effettuati a Crotone, effettuano anche dei rilievi per
valutare eventuali tracce di radioattività: il controllo dà
esito positivo e il carico di radioattività risulta
superiore ai limiti previsti dalle legge. Viene negato alla
nave il permesso di scaricare il proprio carico e di entrare
nel porto di Palermo. Il 9 marzo la nave riparte da Palermo
con destinazione Durazzo, ma il 10 la nave compare nelle
acque di Pentimele, nei pressi di Reggio Calabria, senza
presentare tracce di radioattività ai nuovi controlli delle
autorità marittime. Parte così l'inchiesta giudiziaria per
accertare un eventuale scarico in mare da parte della
suddetta nave. La nave scompare poi fino all'aprile 1995. Il
Circolo di Legambiente di Catanzaro raccolse in quel caso
puntuali testimonianze da un gruppo di sub circa la sosta
anomala di tre giorni di una motonave, a ridosso della
cosiddetta fossa di Badolato.
RICUL: affondata il 29 aprile 1995, battente
bandiera croata, costruita nel 1950 di proprietà della
Juresko.
MESSALINA: 18 miglia a nord-est di Vieste a 135
metri di profondità. Dai riscontri ufficiali risulta
speronata, il 1° maggio 1995, dalla nave Esram (12.670
tonnellate di stazza lorda). Identico copione: la nave
cisterna turca viene scoperta alle ore 20:00 mentre
abbandona in mare il suo carico speciale. Le condizioni
meteo-marine appaiono ottime. L'Esram urta e affonda
deliberatamente il peschereccio di Manfredonia e poi fugge a
Rijeka in Jugoslavia. Muoiono Michele Attanasio e Antonio
Andretti. Il sostituto procuratore della Repubblica,
Giuseppe De Benedectis, ritrova la nave, poco tempo dopo, in
Sicilia. La mette sotto sequestro ma non riesce ad
individuare i colpevoli.
STRAVROS: affondata il 30 maggio 1995, battente
bandiera greca, costruita nel 1947, di proprietà della
Tokouzis.
SEVASTPOL: affondata l'8 giugno 1995, battente
bandiera russa, costruita nel 1958 di proprietà della
Commonwealth of Independent States.
ANNA II: affondata il 19 luglio 1995, battente
bandiera greca, costruita nel 1966 di proprietà della
Popoutsoglou Bros & I. Popoutsoglou.
KYMA ALPHA: affondata il 10 agosto 1995, battente
bandiera greca, costruita nel 1960 di proprietà della
Concordia Navigation Co.
CORALINE: battente bandiera dello Stato caraibico
di Antigua e Barbuda, di proprietà della Thode, costruita
nel 1979 e affondata a 50 miglia a nord di Ustica al largo
dell'isola di Alicudi (latitudine 39 gradi, 12 primi nord,
longitudine 13 gradi, 58 primi est, 3.000 metri di
profondità) il 7 novembre 1995, contenente acqua ossigenata
non diluita e container con alte percentuali di
radioattività (derivanti da torio 234, isotopo dell'uranio).
BILSEN I: affondata il 2 dicembre 1995, battente
bandiera turca, costruita nel 1984 di proprietà della Bilsen
Deniz Ticaret Ltd Sirketi.
KAPTAN MANOLIS I: affondata il 10 gennaio 1996,
battente bandiera cipriota, costruita nel 1977 di proprietà
della Popoutsoglou Bros & I. Popoutsoglou.
ANIS ROSE: affondata il 30 gennaio 1996, battente
bandiera siriana, costruita nel 1969 di proprietà della
Riamar Shipping Co. Ltd.
SEALVANAMAR: affondata il 31 gennaio 1996,
battente bandiera dell'Honduras, costruita nel 1970 di
proprietà della Marcomar Shipping Lines Cyprus Ltd.
KIRA: affondata il 9 febbraio 1996, battente
bandiera panamense, costruita nel 1974 di proprietà della
Traschimar S.A.M.
NIVIA: battente bandiera italiana, costruita nel
1968 dalla Costruzioni Generali Boscolo e Tiozzo spa,
affondata il 24 giugno 1996. Trasportava pietrame, causa
dell'affondamento spostamento del carico.
JET III: affondata il 22 settembre 1996, battente
bandiera greca, costruita nel 1958 di proprietà della Jet
Tank Maritime Co.
NOUR S: affondata il 6 ottobre 1996, battente
bandiera dell'Honduras, costruita nel 1969 di proprietà
della The Principals of the following are unknown.
DYSTOS: affondata il 28 dicembre 1996, battente
bandiera greca, costruita nel 1972 di proprietà della
Heracles Shipping Co. S.A.
ONUR K: affondata l'8 gennaio 1997, battente
bandiera turca, costruita nel 1974 di proprietà della
Kalkavan Denizcilik.
CARIBBEAN SERENADE: affondata il 30 agosto 1997,
battente bandiera panamense, costruita nel 1961 di proprietà
della Coral Investiments.
LIRA: affondata il 25 settembre 1997, battente
bandiera del Belize, costruita nel 1966 di proprietà della
The Principals of the following are unknown.
LIBERTA: affondata il 28 settembre 1997, battente
bandiera dell'Honduras, costruita nel 1954 di proprietà
della Katranis.
BLACK SEA T: affondata il 20 ottobre 1997,
battente bandiera del VCT, costruita nel 1969 di proprietà
della Methap Denizcilik Sanayi Ve Ticaret Ltd Sirketi.
ZAKARIA: affondata il 21 ottobre 1997, battente
bandiera della Siria, costruita nel 1959 di proprietà della
Marwah Maritime Co.
DON RICARDO: affondata il 13 novembre 1997,
battente bandiera della Antigua e Barbuda, costruita nel
1967 di proprietà della Hartwig.
NADINE: affondata il 21 novembre 1997, battente
bandiera della Siria, costruita nel 1968 di proprietà della
Ismael.
KAPTAN: affondata il 24 novembre 1997, battente
bandiera turca, costruita nel 1974 di proprietà della Altug
Denizcilik Ticaret Ltd Sirketi.
S. UGURLU: affondata il 10 dicembre 1997,
battente bandiera turca, costruita nel 1983 di proprietà
della Denizati Shipping & Trading Co Inc.
AGIES PANTELEIM: affondata il 17 gennaio 1998,
battente bandiera dell'Honduras, costruita nel 1972 di
proprietà della Golden Dragon Shipping Agency Ltd.
DOGRUYOLLAR: affondata il 2 febbraio 1998,
battente bandiera turca, costruita nel 1979 di proprietà
della Altug Denizcilik Ticaret Ltd Sirketi.
ALIMINI: affondata il 15 settembre 1998, battente
bandiera italiana, costruita nel 1985 di proprietà della
Napoletani Srl.
CAPRAIA: barcone costruito nel 1961, adibito
generalmente a trasporto pietrame non più registrata in
Italia, della D'alesio, affondata il 21 ottobre 1998.
ORCA MARINA: peschereccio affondato l'8 marzo
1998, a 12 miglia est al largo del Gargano, con mare calma
piatta. Muore il giovane Cosimo Troiano. "I container sono
stati individuati", scrive nel rapporto il Capitano di
fregata Vincenzo Morante. In una nota riservata - di cui
nessun civile era a conoscenza - inviata dalla Capitaneria
di Porto al comando navale dell'Adriatico, è scritto: "Il
sinistro marittimo potrebbe essersi verificato a causa del
probabile incattivimento dell'attrezzo da pesca a strascico
in un ostacolo presente sul fondale marino. Inoltre,
dall'esame delle deposizioni testimoniali rese dai
naufraghi, è risultato che tale ostacolo potrebbe essere uno
tra i tanti container presenti nella zona, sbarcati tempo
addietro da nave sconosciuta. Pertanto si prega di disporre
un'accurata perlustrazione all'interno dell'area dove giace
il relitto". Potrebbe trattarsi del mercantile bulgaro
Osogovo, l'ultima nave avvistata ad abbandonare il suo
carico di morte. Nell'estate del 1998 il cacciamine Vieste
localizza la motobarca, mentre la nave Anteo trasporta i
palombari del Comsubin che recuperano il corpo del pescatore
e filmano i container. La notizia del ritrovamento del
cimitero subacqueo di rifiuti rimane però "top secret".
"Attualmente sappiamo dove sono i container che i pescatori
locali hanno provveduto a segnalare con l'ausilio del Gps",
dichiara nel carteggio il comandante De Carolis. "A
tutt'oggi, fatto grave la Marina Militare non ha ancora
fornito all'autorità giudiziaria i filmati che potrebbero
far luce sulla vicenda dei rifiuti affondati in questo
tratto del Mediterraneo poco sorvegliato". Nel cuore della
riserva marina delle Tremiti non si entra se non con un
permesso speciale che la Capitaneria non concede quasi mai.
ELENA MARIA: affondata l'11 maggio 1999, battente
bandiera dell'Antigua e Barbuda, costruita nel 1973 di
proprietà della Bridgestone Shaipping Ltd.
BASARI: affondata il 9 giugno 1999, battente
bandiera turca, costruita nel 1920 di proprietà della Genc.
MEACROPEARU: affondata il 15 luglio 1999,
battente bandiera greca, costruita nel 1963 di proprietà
della Ventausis.
PELMARINER: affondata il 26 luglio 1999, battente
bandiera greca, costruita nel 1979 di proprietà della Sarlis
Container Service S.A.
ROFAYDA: affondata il 28 luglio 1999, battente
bandiera dell'Honduras, costruita nel 1967 di proprietà
della Neveen Shipmanagement Ltd.
BORAK: affondata il 21 ottobre 1999, battente
bandiera croata, costruita nel 1951 di proprietà della Ante
Plov Shipping Co. Ltd.
BARIS: affondata il 29 ottobre 1999, battente
bandiera turca, costruita nel 1967 di proprietà della Kibriz
Falk Denizcilik Ltd Sirketi.
KOSTIS: affondata il 10 novembre 1999, battente
bandiera dell'Honduras, costruita nel 1964 di proprietà
della Panagiotopulos.
YALIKOY II: affondata l'8 dicembre 1999, battente
bandiera turca, costruita nel 1966 di proprietà della Okan.
SAMARET JAMA: affondata il 31 dicembre 1999,
battente bandiera della Siria, costruita nel 1963 di
proprietà della Saleh.
MATTHEOS: affondata il 10 gennaio 2000, battente
bandiera dell'Honduras, costruita nel 1974 di proprietà
della Kourgialls.
ZAFIR: affondata il 14 febbraio 2000, battente
bandiera PMD, costruita nel 1983 di proprietà della Italship
Naples.
THOR EM: affondata il 17 febbraio 2000, battente
bandiera BLS, costruita nel 1975 di proprietà della Tac A/S.
LINA STAR: affondata il 21 febbraio 2000,
battente bandiera della Siria, costruita nel 1966 di
proprietà della Abdulkader.
ORZAY: affondata il 27 maggio 2000, battente
bandiera della Turchia, costruita nel 1975 di proprietà
della Berk Denizcilik Ve Ticared Ltd Sirketi.
KARAPIPERIS: affondata il 12 luglio 2000,
battente bandiera greca, costruita nel 1961 di proprietà
della Karapiperis.
HASAT: affondata il 1° agosto 2000, battente
bandiera della Turchia, costruita nel 1996 di proprietà
della Mariner Shipping S.A.
EUROBULKER IV: affondata l'8 settembre 2000,
battente bandiera del VCT, costruita nel 1979 di proprietà
della Ilias Shipping Corporation.
POLANCO: affondata il 23 settembre 2000, battente
bandiera PMD, costruita nel 1966 di proprietà della Polships
Compania Maviets.
EXPRESS SAMINA: affondata il 26 settembre 2000,
battente bandiera greca, costruita nel 1966 di proprietà
della Minoan Flying Dolphins S.A.
CITY OF HYDRA: affondata il 26 settembre 2000,
battente bandiera greca, costruita nel 1955 di proprietà
della Canopus Shipping S.A.
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Direzione
Investigativa Antimafia e altri. (1979/2000)