SILVIO BERLUSCONI CONDANNATO A 4
ANNI PER FRODE FISCALE:
Sentenza
sulla compravendita di film da parte di MEDIASET. Il giudizio è stato
quello di una colossale frode fiscale
Silvio Berlusconi, interdetto dai pubblici uffici per tre anni, dovrà
versare 10 milioni di euro. Assolto invece Confalonieri
Per Alfano è un "Accanimento giudiziario", mentre per Antonio di Pietro
"La verità è venuta a galla"
I giudici di Milano hanno condannato Silvio Berlusconi a 4 anni
nell’ambito del processo sui diritti Mediaset. Tre anni al produttore
cinematografico Frank Agrama, che per la Procura di Milano era “socio
occulto” dell'ex premier. Le pene, come ha letto in dispositivo il
presidente Edoardo D’avossa, sono condonate. Fedele Confalonieri
presidente dell'azienda, è stato assolto. Per l’ex presidente del
Consiglio i giudici hanno stabilito come pena accessoria l’interdizione
dai pubblici uffici per tre anni (che comunque scatta solo quando la
sentenza diventa definitiva). Agli imputati, complessivamente 11, veniva
contestata la frode fiscale
La
condanna di Silvio Berlusconi penalizza gravemente Mediaset in Borsa:
infatti titolo crolla del 3,26% in concomitanza con la notizia della
condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi sull’acquisizione di
diritti Tv. Il titolo del gruppo televisivo di Cologno Monzese, che
viaggiava in semiparità, è infatti crollato immediatamente del 3,26% in
una giornata considerata positiva per Piazza Affari.
Il "Processo Mediaset" che oggi vede Berlusconi condannato, ha avuto un
percorso durato quasi dieci anni di indagini:
- 13 Giugno 2003: Alcuni quotidiani riportano l’indiscrezione di
un’inchiesta aperta dalla procura di Milano nei confronti di Silvio
Berlusconi nata da un’altra indagine, quella sul comparto estero di
Fininvest. I Pubblici Minister Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo “ne'
confermano e né smentiscono”. Nei giorni successivi si avrà la conferma
che l’indagine esiste e che già nel maggio dello stesso anno era stata
richiesta una rogatoria con urgenza negli Usa. La rogatoria sarà poi
bloccata dall'ex ministro della giustizia Roberto Castelli.
- 7 luglio 2004: Anche Marina e Piersilvio, figli, risultano indagati
fra gli altri col padre Silvio, il presidente Mediaset Fedele
Confalonieri, l’ex responsabile del settore estero Fininvest Giorgio
Vanoni e l’ex responsabile di Fininvest Service in Svizzera, Candia
Camaggi e il presidente di Arner Bank Paolo Del Bue.
- 13 luglio 2004: I militari del Nucleo Provinciale della Guardia di
Finanza di Milano irrompono negli uffici Mediaset per una perquisizione.
- 30 luglio 2004: Il Giudice per le indagini preliminari Maurizio Grigo
concede la proroga delle indagini.
- 26 ottobre 2004: Proroga delle indagini anche Per Pier Silvio
Berlusconi e la sorella Marina.
- 17 novembre 2004: Ancora una proroga delle indagini per Silvio
Berlusconi, attendendo le rogatorie.
- 22 aprile 2005: Ennesima proroga concessa dal Gip Grigo sempre in
attesa delle rogatorie.
- maggio 2005: Il Gup Paparella chiede di astenersi perché già si è
occupato più volte di vicende relative a Berlusconi, ma la richiesta il
17 maggio non viene accolta dal presidente dei Gip Renato Samek.
- 24 maggio 2005: L’inizio dell’udienza preliminare viene fissata per il
28 ottobre.
- 26 ottobre 2005: I legali di Mediaset fanno richiesta di trasferimento
il processo a Brescia, con la motivazione che a Milano ci sono “64
magistrati possessori di azioni Mediaset che potrebbero figurare come
parti offese”.
- 28 ottobre 2005: l’udienza preliminare per 14 indagati viene rinviata
perché i PM hanno depositato documentazione oltre il termine previsto.
Diventa pubblico nel frattempo che le indagini sono state aperte nel
2001 e che i reati ipotizzati partono dal 1988.
- 7 novembre 2005: Inizio dell'udienza preliminare.
- 11 novembre 2005: Il Gup Paparella respinge la richiesta di
trasferimento del processo a Brescia.
- 28 novembre 2005: nuova udienza e nuovo rinvio perché ci sono tradurre
470 pagine di rogatorie da tradurre dall'inglese all’italiano.
- 12 maggio 2006: Dopo altri tre aggiornamenti dell’udienza preliminare,
il Pm De Pasquale chiede il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e
altre 11 persone. Chiede anche di accelerare i tempi “per il rischio di
prescrizione. Non è colpa nostra se le indagini sono durate quattro
anni”.
- 29 maggio 2006: L'avvocato difensore di Silvio Berlusconi, Nicolò
Ghedini, chiede di non processare il proprio assistito: “Si è dimesso il
26 gennaio 2004 dalle sue cariche in Mediaset e non esistono
testimonianze o documenti che comprovano le accuse”.
- 7 luglio 2006: Il Gup Paparella rinvia a giudizio Silvio Berlusconi
per falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale. A
giudizio altri 12 compreso Confalonieri.
- 13 ottobre 2006: Il Pm De Pasquale chiede l’archiviazione per Marina e
Pier Silvio Berlusconi.
- 21 novembre 2006: inizio del processo.
- 22 novembre 2006: Il presidente del Tribunale Giuseppe Tarantola
respinge l’istanza di astensione presentata dal giudice Edoardo
D’Avossa, ricusato dai legali di Silvio Berlusconi.
- 30 novembre: Il Gup dispone l’archiviazione per Marina e Pier Silvio.
- 1 dicembre 2006: Respinta la ricusazione del giudice D’Avossa.
- 15 gennaio 2007: Vengono dichiarati prescritti i reati prima del 1999.
- 26 gennaio 2007: Il processo continua a Milano. I giudici della prima
sezione penale respingono la richiesta di trasferimento a Brescia.
- 8 ottobre 2007: Il Pm contesta a Silvio Berlusconi il falso in
bilancio fino al 2000.
- 19 novembre 2007: Scatta la prescrizione per Silvio Berlusconi per il
falso in bilancio, mentre resta quella di aver evaso il fisco.
- 26 settembre 2008: Il processo viene sospeso. I giudici accolgono
l’eccezione di costituzionalità del Lodo Alfano sollevata dal Pm De
Pasquale e inviano gli atti alla Consulta.
- 26 ottobre 2009: Viene fissata al 3 novembre la riapertura del
processo sospeso in seguito all’approvazione del Lodo Alfano poi
dichiarato incostituzionale dalla Consulta.
- 16 novembre 2009: Si riapre il processo,
ma viene subito rinviato per "legittimo impedimento" del Cavaliere.
- 25 gennaio 2010: nuovo legittimo impedimento, processo rinviato a
marzo.
- 8 marzo: L’udienza inizia, ma viene nuovamente rinviata ad aprile.
- 12 aprile 2010: il pm De Pasquale chiede di andare avanti col processo
svolgendo le udienze il sabato e la domenica per evitare i "legittimi
impedimenti" del presidente del consiglio.
- 19 aprile 2010: Rinnovata richiesta dei giudici alla Consulta sulla
costituzionalità delle legge sul legittimo impedimento. Dopo qualche
tempo il giudice D’Avossa chiede e ottiene il trasferimento a La Spezia
e si teme che il processo si debba riprendere daccapo.
- 28 gennaio 2011: Il Csm concede a D’Avossa una proroga per dirigere i
lavori del collegio.
- 28 febbraio 2011: il processo riprende e viene rinviato ad aprile. La
difesa chiede che le udienze possano esserci solo il lunedì. Berlusconi,
che non si è mai presentato in aula viene dichiarato "contumace".
- 11 aprile 2011: Berlusconi si presenta in aula e rivolgendosi a De
Pasquale dice “lei è il pm cattivo”.
- 5 ottotre 2011: La Corte Costituzionale giudica “ammissibile” il
conflitto di attribuzioni sollevato da Berlusconi nei confronti dei
giudici.
- 18 giugno 2012: Il Pm chiede la condanna di Silvio Berlusconi a 3 anni
e 8 mesi. “Sui soldi dei fondi neri – dice in aula De Pasquale – ci sono
le sue impronte digitali”. Dieci le condanne chieste complessivamente,
la più alta di sei anni, per il banchiere e fondatore della Arner Bank,
Paolo Del Bue.
- 24 settembre 2012: I legali fanno richiesta di assoluzione con la
motivazione: “perché il fatto non sussiste”.
- 22 ottobre 2012: giudici in camera di consiglio.
- 26 ottobre 2012: Silvio Berlusconi riceve la condanna a 4 anni
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Giovedì, 25 ottobre 2012
Cene eleganti da Berlusconi, Ruby: “Arcore? Balletti hard. Poi, se volevi, facevi”:
In due recenti interviste la giovane marocchina al centro del processo milanese
di questi giorni smentisce la deposizione di Berlusconi, ma nega di aver avuto rapporti sessuali: "Non me lo ha mai chiesto in maniera esplicita “Si ballava.
Ognuna faceva quello che pensava fosse giusto fare. Se lo si voleva, lo si faceva, se no te ne stavi seduta sul divano”. Così la protagonista delle notti bollenti a casa Berlusconi ai microfoni di Servizio Pubblico in onda questa sera su La7. Al contrario di quanto dichiarato da Berlusconi davanti ai giudici di Milano settimana scorsa, Ruby Rubacuori parla di balletti osceni e di scene hard: “Se Silvio ha provato a fare sesso con me? Chiedermelo in maniera esplicita, no. Dipende dalla ragazza come si pone. Fra le tante ragazze invitate lui capiva dove poteva e dove no”. D’alta parte, come ha dichiarato a Tgcom24, lei era una delle ospiti meno disinvolte. E alla domanda se manderebbe sua figlia a quei festini, la protagonista di questa vicenda risponde con un deciso: “Assolutamente no”
Parole che, se confermate in udienza, finirebbero per aggravare ulteriormente la posizione dell'ex presidente del Consiglio che anche nella sua ultima deposizione, ha negato qualsiasi coinvolgimento sessuale nelle serate di Arcore.