ONDATA DI GELO POLARE IN CANADA E STATI UNITI, L'APERTURA DI UNA
NUOVA ERA GLACIALE?
Freddo record tra il Canada e gli Stati Uniti, temperature oltre i meno 50 gradi Celsius mietono vittime e creano gravi disagi. L’ondata di gelo eccezionale ha messo in ginocchio molti degli Stati, soprattutto quelli della regione dei grandi laghi. Aeroporti e scuole chiuse
e le autorità invitano i cittadini di restare in casa.
In Montana la temperatura è precipitata addirittura a -53 gradi celsius, ma il gelo si estenderà anche negli Stati tradizionalmente più caldi, come Tennessee e Alabama. Il freddo anomalo ha già causato la morte di almeno una quindicina di persone in meno di una settimana. Alcune persone sono morte congelate e molte altre per incidenti stradali provocati dal ghiaccio.
Nella notte circa cinquecento persone sono rimaste prigionieri su un treno ad alta velocità dell'Amtrak, in Illinois, mentre la temperatura esterna era di meno 20 gradi. Le abbondanti nevicate hanno frenato il corso del convoglio ferroviario diretto a Chicago e per liberarlo ci sono volute ore e i passeggeri sono stati evacuati.
A Toronto 15mila persone sono rimaste senza corrente elettrica, senza acqua per i tubi gelati e senza riscaldamento e sono dovute essere evacuate in centri di accoglienza allestiti in fretta e furia.
Temperature forse più basse mai registrate investiranno il Nord e il Centro degli Usa seguendo un fronte di gelo polare che combinate a violente raffiche di vento le temperature scenderanno a livelli potenzialmente letali.
Il trasporto aereo si è praticamente paralizzato e molti di quelli che dovevano tornare a casa dalla vacanze natalizie sono rimasti a terra. Tra ieri e oggi sono stati cancellati 6.000 voli, quasi la metà di quelli di Chicago e oltre 6.500 hanno subito forti ritardi; operatività ridotta anche in tutti e quattro gli aeroporti del corridoio nord-orientale di Jfk, LaGuardia, Newark e lo scalo di Boston. Il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, ha dichiarato lo stato di emergenza in 14 contee.
Una nuova era glaciale già a partire dal 2014?
Tela di Hendrick Avercamp esposta al Rijksmuseum di Amsterdam,
ritrasse "La piccola Era Glaciale". La piccola era glaciale causò inverni molto freddi in molte parti del mondo, ma la documentazione dettagliata riguarda soltanto l'Europa e
il Nord America. Nella metà del XVII secolo i ghiacciai delle Alpi avanzarono
fino ad inglobare alcune fattorie e distruggendo interi villaggi. Il fiume Tamigi e i molti canali dei fiumi dei Paesi Bassi si congelarono spesso durante l'inverno, tanto che fu possibile pattinare e perfino tenere fiere sul ghiaccio. Nell'inverno del 1780 il porto di New York ghiacciò, consentendo di andare a piedi da Manhattan a Staten Island. Il mare ghiacciato circondante l'Islanda si estese per molti chilometri in tutte le direzioni impedendo l'accesso navale ai porti dell'isola. Lo stesso avvenne anche in Groenlandia. In entrambe le isole le navi commerciali provenienti dalla Danimarca non riuscivano più ad entrare nei porti. Questo fece sì che la Danimarca cominciò quasi a
ignorare l'esistenza delle due isole. Si hanno riferimenti del 1500 di una spedizione danese che trovò la Groenlandia completamente disabitata
senza nessuna traccia delle antiche colonie vichinghe. In particolar modo, viene ricordato l'inverno 1709 che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il continente Europeo.
Gli inverni più rigidi ebbero effetti sulla vita umana in larga e piccola misura. Le carestie divennero più frequenti
e quella del 1315 fece un milione e mezzo di vittime) le epidemie aumentarono. La piccola era glaciale è visibile nelle opere d'arte dell'epoca; la neve domina molti paesaggi del pittore fiammingo Pieter Brueghel il Vecchio, vissuto tra il 1525 e il 1569.
Tra i sostenitori; Victor Manuel Velasco Herrera, geofisico dell'Università del Messico,: "Il 2014 sarà l’inizio di una nuova era: la terra andrà incontro a una serie di variazioni eterogenee nelle quali le temperature globali fluttueranno verso un clima pericolosamente freddo".
"La Mini Era Glaciale dovrebbe essere la notizia che sconvolgerà il secolo", continua il geofisico, "eppure è stata data in maniera silenziosa sia dagli scienziati del clima che fisici solari. Non una parola è stata detta dai principali media, che hanno continuato a vendere la storia del riscaldamento globale".
Herrera sostiene che la glaciazione durerà da 60 a 80 anni", e si basa sulle osservazioni dell’attività solare”. Assieme a lui è d'accordo anche scienziato inglese James Lovelock che spiega come le analisi del manto nevoso, fatte dal NOAA statunitense (National Oceanic and Atmospheric Administration) hanno dimostrato con chiarezza che c’è un lieve avanzamento dell’area fredda e non di certo un arretramento.
Un'altra ricerca di Nature confermerebbe l’aumento del freddo, perché è stato osservato un aumentata frequenza degli episodi di Niña nell'ultimo quinquennio. Il ciclo dell'ENSO, cui è legata l'oscilazione di Niño e Niña va al di là delle semplici anomalie termiche delle acque del Pacifico tropicale, ma coinvolge anche la circolazione atmosferica che modifica gli Alisei, della consistenza della linea temporalesca tropicale e anche della posizione dell'ITCZ, ovvero della linea di convergenza intertropicale. Insomma ha tutta una concatenazione di conseguenze che possono andare a cambiare drasticamente gli equilibri addirittura a livello globale. La nuova era glaciale potrebbe dunque partire da paesi del Nord Europa maggiormente coinvolti dai mutamenti della Nina.
Il cambiamento potrebbe essere tutt’altro che graduale e già adesso potrebbe essere cominciata una nuova era glaciale, a causa della scarsa attività solare. Tenendo sempre in considerazione i lunghi tempi che necessita la macchina climatica per cambiare passo, è necessario che per ipotizzare, anche lontanamente, l’imminente arrivo di una Piccola Era Glaciale ci debba un segnale conclamato di raffreddamento del sistema, evidenziato da un calo della sua temperatura media globale, e per di più questa nuova tendenza dovrebbe essere visibile da almeno un decennio. Nell’ultimo decennio però cadono gli anni più caldi di sempre: il record assoluto del 1998, anno in cui l’anomalia della temperatura media globale aveva raggiunto il valore di +0.63 °C, è stato superato prima nel 2005 (+0.65 °C) e poi nel 2010 (+0.66 °C), cioè appena tre anni fa. Se tracciamo ora la media mobile su un periodo di 11 anni, che è l’intervallo ottimale per iniziare ad apprezzare minime variazioni, allora possiamo osservare come l’inclinazione della linea si sia mantenuta pressoché costante da metà degli Anni Settanta fin quasi ai giorni nostri: un segnale, questo, che si traduce praticamente con un aumento costante del Global Warming. Se poi vogliamo andare a cercare il cosiddetto “ago nel pagliaio”, si potrebbe anche abbozzare l’ipotesi che la curva sia diventata meno inclinata negli ultimi 5 anni, ma non è certo questo un segnale di arretramento del riscaldamento terrestre: anzi, fino a prova contraria, questo significa che l’aumento della temperatura, in relazione all’ultimo lustro, potrebbe aver rallentato, ma è sempre presente e con la freccia che continua a puntare verso l’alto. Non si evidenza quindi alcun segnale di arresto (perché altrimenti la linea rossa si sarebbe appiattita) e nemmeno di calo (perché altrimenti la linea rossa avrebbe invertito la linea di tendenza). Per di più, ammesso che questa inversione ci fosse stata, ci saremmo di certo trovati un pianeta in uno stato febbrile non indifferente, perché lo avremmo trovato più caldo ancora di almeno mezzo grado, almeno in una prima fase. Se questo è lo stato attuale, si ritiene scorretto affermare, in base solo alla bassa attività solare in atto, che l’anno prossimo (o giù di lì, non volendo proprio prendere l’affermazione ad litteram) inizi una Piccola Era Glaciale. Per i due motivi che abbiamo spiegato: ovvero per i tempi necessari al clima per cambiare passo e per un raffreddamento che, seguendo i tempi tipici delle minime variazioni del sistema, ancora non si percepisce affatto a livello globale. Ciò non toglie l’interesse che può suscitare questa fase di stanca della nostra stella, legata alla sua bassa attività, proprio sui risvolti che potrebbe avere in futuro sul clima terrestre, ma si tratta di un terreno che va sondato più volte prima di appoggiarci il piede, dal momento che il rischio di imbattersi in... sabbie mobili è estremamente elevato. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare l'evolvere degli eventi e cercare conferma in nuovi dati sperimentali. Le scene da “The day after tomorrow”, quindi, le lasciamo volentieri al cinema ed ai suoi effetti speciali... da: www.meteogiuliacci.it
IL PARERE DEGLI SVIZZERI - Molti scienziati hanno sempre ritenuto che le variazioni solari abbiano minore impatto sulla terra rispetto alle emissioni di CO2. Si tratta di un aspetto importante perché secondo i fisici solari il Sole sta per attraversare un periodo di bassa attività. L’attuale picco undocinnale è molto debole e potrebbe presagire, secondo i dati storici pregressi, un periodo di clima più freddo, fino ad arrivare a un'era glaciale. Ma secondo The Register “i ricercatori climatici svizzeri Flavio Lehner, Christoph Raible e Thomas Stocker rivelano che la Mini Era Glaciale avrebbe comunque seguito il suo corso anche senza l’influenza dell’Oscillazione Nord Atlantica, semplicemente guidata dalle conseguenze di forti e frequenti eruzioni vulcaniche, la radiazione solare ridotta, o entrambe. Per gli scienziati, il fatto che le simulazioni abbiano portato a risultati solidi, è la prova che la Mini Era Glaciale sia stata provocata da fattori esterni. L’attività vulcanica e la diminuzione di radiazioni solari ha inizialmente causato un incremento delle formazioni di ghiaccio indipendentemente dalla circolazione atmosferica.” La prof.ssa Judith Curry, altra eminente scienziata di pensiero opposto rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi, cita altre ricerche simili a quella svizzera: “E’ un sollievo che l’unanimità dell’IPCC abbia decretato con molta sicurezza che le variazioni solari non influenzeranno il clima del XXI secolo”. Insomma, era glaciale o no? Lo scopriremo tra pochi mesi...